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MOMENTI DI VITA ITALIANA IN UN INTERNO

IL RIPOSO DI LAURA (1988)  Olio su tela, cm. 70 x 100, Collezione privata Penzberg (D)

Una vita consacrata all’ Arte, quella di Maurizio Chianello, che, come lui dice, “artisti non ci si improvvisa: l’ esserlo è una mera questione genetica, cromosomica, alla quale non si può ne soprassedere, ne sfuggire”. E Chianello è stato una sorta di “enfant prodige” poiché proprio durante l’ infanzia sono apparsi i primi “turbamenti artistici”, una smania sedata dalle prime pennellate. E la pittura ha una vera e propria funzione catartica per Chianello. Le tematiche affrontate sono le più svariate, nessuna preferenza; tutto ciò che circonda l’ uomo, dal quotidiano al metafisico, è spunto di riflessione per le sue tele. “Un olio deve trasfondere emozioni e messaggi” e, forse, l’ autentico “filo rosso” nelle sue opere è l’ ironia che trapela dalle sue creazioni, legate stilisticamente al manierismo ma, anche, al surrealismo.

Tiziana MATTEUCCI, Giornalista, Critico d’ Arte (da “Il pittore Maurizio Chianello”, 1999)

Le sue opere si fanno apprezzare per la loro linearietà e per la cromia sempre attenta e ben stesa. Artista riservato, si muove solo nel modo e nel momento giusto, con convinzione e serietà e nel rispetto dei suoi selezionati collezionisti.

Guglielmo ARA, Presidente del Centro Culturale “Giulio Rodinò” di Napoli (1981)

 

Per lo stile due direzioni: la classica-figurativa e la surrealistica. Adesso, Chianello, cammina su queste due strade che, in qualche modo, ne è una sola dato che, nelle sue opere surrealistiche, i piccoli “esseri”, da lui battezzati “effimeri”, eseguono il balletto della realtà, mettendo a nudo le viziosità di ogni giorno degli uomini, mentre le immagini figurative della vita quotidiana vanno oltre la sola realtà, rialzate da un’ ambiente particolare: un raggio di sole oppure una finestra satura di luce dove ogni cosa visibile sfuma in essa. C’ è sempre quel dialogo fra ombra e luce, un dialogo di una intensità commovente. La luce è il proiettore che rende visibili le ombre degli esseri e delle cose, ma sopra l’ oscurità delle ombre, la luce splende tanto più chiara. Può essere soltanto quel raggio di sole oppure una minuscola apertura in un cielo buio di notte: lei, come l’ anima dell’ Artista, è sempre là!

Isabella VON KUNSBERG, Critico d’ Arte. Curatrice della trasposizione in Lingua Tedesca del catalogo ufficiale dell’ Artista edito per il territorio Germanico (Monaco di Baviera, 1989)

LA SOLITUDINE DI ORNELLA (2001)  Olio su tavola, cm. 78,8 x 100,9 Collezione privata, Roma

LA LEZIONE DI PIANO (1989) Olio su tela, cm. 100 x 70, Collezione privata, Roma

Ciò che risulta immediatamente ai nostri occhi non appena gettiamo lo sguardo sulla produzione del Maestro Chianello, sono le magnifiche opere dalla tecnica raffinatissima, peraltro da lui molto amate, espressa in momenti di intenso lirismo dov’ è esaltato il normale, il quotidiano, la vita di tutti i giorni còlta all’ interno della casa, con geniali e caldi rapporti luce-colore che in alcune opere assurgono all’ atemporale ove si fondono sogno e realtà. E pure se la tecnica impiegata e donata a profusione all’ occhio avido del critico e dell’ appassionato d’ arte è quella fiamminga per la perfezione della composizione, della luce e del colore sapientemente utilizzati e dosati, c’ è un’ altra radice della cui linfa si nutre l’ opera migliore del Chianello; intendiamo quella surrealista. Ma qui il contatto, indubbio all’ attento osservatore, è più rapido e, diremmo, superficiale, non ne costituisce l’ ossatura ma la connotazione, elegantemente espressa, dell’ assurdo, dell’ onirico che è presente nelle sue tele e che va inteso quale distacco dall’ ovvietà del reale, dall’ annotazione prosaica e, quindi, banale. Una ferrea a severa disciplina spaziale consente, inoltre, una fluida circolazione della luce che dà risalto e nitore alle forme realisticamente fantastiche che ora si affollano, ora campeggiano magicamente sulla tela ove il Maestro scrive i capitoli della sua “Summa”, della sua concezione filosofica e morale che trova espressione figurativa in rappresentazioni simboliche modernamente degne dei giudizi universali di medioevale memoria fino ai Trionfi della Morte di Pieter Bruegel.  Una ferrea a severa disciplina spaziale consente, inoltre, una fluida circolazione della luce che dà risalto e nitore alle forme realisticamente fantastiche che ora si affollano, ora campeggiano magicamente sulla tela ove il Maestro scrive i capitoli della sua “Summa”, della sua concezione filosofica e morale che trova espressione figurativa in rappresentazioni simboliche modernamente degne dei giudizi universali di medioevale memoria fino ai Trionfi della Morte di Pieter Bruegel. Il suo linguaggio è secco, privo di ambiguità pur se la materia trattata surrealisticamente gli fa adottare strutture compositive bensì simboliche quanto di comprensibile lettura per l’ osservatore che sia attento e, soprattutto, che abbia una coscienza, una morale e, alfine, un’ ansia di assoluto, in una parola, sia un fruitore padrone di ciò che lo renda degno di essere uomo, nella piena accezione del termine.

Alessandro FERRARO, Poeta e Scrittore, Critico delle Arti Visive e Cinematografiche (Roma, 1987)               

DOPO L' AMORE (1989) 

Olio su tela, cm. 100 x 70, Collezione privata, Pahl (D)

La geniale ispirazione, l’ arguta trasposizione e la perfetta simbiosi di sintesi e simboli distinguono l’ opera di Maurizio Chianello. Due definizioni caratterizzano la sua attività artistica: a seconda se si esprime nello stile da lui tanto amato del classico figurativo, attingente alla Scuola Fiamminga, o se opera nella dimensione del surrealismo cui ha dato un’ impronta personale, gli si attesta il riconoscimento di “Poeta dell’ anima” o di “Cronista del nostro tempo”. In comune, questi due indirizzi, hanno l’ eleganza estetica, la perfezione tecnica ed il fascino di una cromatica che illumina la composizione di una luce propria e singolarmente suggestiva. Il suo credo deriva dall’ integrità umana che lo intringe e che lo spinge a considerare l’ Arte quale rispecchio della sua moralità, del suo impegno sociale e culturale. E’ un realista, un osservatore sensibile ed acuto. Ligio a se stesso e senza compromessi documenta, mediante la trasposizione metaforica, simbolica, mistica ed ironica della realtà, i piccoli e grandi problemi sociali, i “drammi esistenziali” dell’ umanità generalizzata nello spazio e nel tempo. Attori di queste opere, che si dovrebbero leggere sfogliandole come libri, sono gli “effimeri”, i piccoli esseri da lui creati, personifizzanti la ristrettezza, quasi l’ inutilità e l’ effimerità del fare umano. A volte in lotta contro la bramosia al potere, l’ arbitrio, l’ interesse e la sottomissione, a volte, invece, inscenando da sè il cabaret della vita, conferiscono al surrealismo del Chianello un’ impronta del tutto personale. L’ opera, sotto l’ insegna di questa missione sociale e morale, si alterna a seconda dell’ ispirazione all’ impegno culturale che si manifesta in quadri classici di raro fascino. Fasci di luce, il sole mediterraneo o un lume a candela, avvolgono scene di vita giornaliera che, per quanto dense di lirica, colpiscono per un qualcosa di fatale, di inevitabile. Unitamente alla sua sensibilità interiore, Chianello dimostra, in questo caso, la mirevole capacità tecnica di rilevare l’ essenziale, l’ occulto delle sue tematiche e di trasfonderlo in un perfetto gioco di ombre e luce in una dimensione atemporanea giacente al di là della realtà del momento e della sua concretezza.

Elena JUST, Giornalista e Critico d’ Arte (dal “Rundschau”, Baviera, 1990)

LA LETTURA (1994)
Olio su tela, cm. 25 x 35,5, Collezione privata, Roma

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